Rifare l’impianto elettrico: costi, tempistiche, detrazioni
Quando ha senso rifare l’impianto elettrico di casa
Se stai leggendo questo articolo, probabilmente hai già qualche dubbio sull’impianto che hai in casa. Magari è vecchio, magari ha già dato qualche segnale strano. Magari ti hanno detto che non è più a norma, ma non ti è chiaro cosa vuol dire davvero.
Partiamo da qui: rifare un impianto elettrico ha senso quando il vecchio non è più in grado di garantirti sicurezza e affidabilità. E spesso, a dirtelo, sono proprio i segnali che vedi tutti i giorni.
Segnali che non vanno ignorati
- Prese che scaldano o annerite
Succede quando i contatti non sono più stabili o i cavi sono sottodimensionati. Non è un problema che si risolve da solo - Il salvavita scatta sempre
Non è normale. Se salta anche senza temporali o picchi di carico, vuol dire che qualcosa non torna: dispersioni, linea sovraccarica o guasto latente. - Interruttori che fanno rumore o scintille
Rumore secco, ticchettio, scintille quando accendi la luce: è usura. E un impianto usurato va controllato, prima che l’impianto smetta di funzionare quando serve di più.
Questi non sono casi limite. Sono i segnali più comuni che vediamo ogni settimana, in case abitate da anni, con impianti ormai al limite.
Quanto conta l’età dell’impianto
Se l’impianto ha più di 30 anni, vale la pena fare un ragionamento serio. Non solo per una questione di sicurezza, ma proprio di compatibilità con la vita moderna: climatizzatori, forni potenti, TV grandi, domotica, piani a induzione. Un impianto nato negli anni ’80 semplicemente non era progettato per queste cose.
Spesso troviamo ancora:
- Fili in cotone o guaina fragile
- Tubi in ferro che non si possono più riutilizzare
- Nessuna messa a terra
- Un salvavita solo (quando ne servirebbero almeno due)
Tutto questo non significa che sei in pericolo, ma è il caso di farlo valutare seriamente da un tecnico, specie se hai già avuto qualche guasto o se devi fare dei lavori in casa.
Quando stai ristrutturando, è il momento giusto
Se devi rifare pavimenti, bagni, cucina o spostare tramezzi, fermati e valuta anche l’impianto elettrico. È il momento giusto per sistemarlo senza dover rompere due volte. Passare i corrugati con i muri aperti costa meno, si lavora meglio, e alla fine hai tutto nuovo, sicuro e pronto per gli anni futuri.o.
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Cosa comprende un impianto elettrico a norma
Quando si parla di “rifare l’impianto elettrico”, spesso si pensa solo a cambiare qualche filo o mettere un quadro nuovo. In realtà, un impianto rifatto bene comprende molto di più, e ogni parte ha la sua funzione per garantire sicurezza, efficienza e comfort.
Ecco cosa prevede un impianto moderno, fatto a regola d’arte.
1. Quadro elettrico nuovo
Il cuore di tutto. Qui ci vanno:
- Magnetotermici per proteggere ogni linea
- Differenziali (salvavita), minimo due: uno per le prese generali, uno per la cucina/bagni
- Eventuali scaricatori di sovratensione, se ci sono elettrodomestici delicati o zona soggetta a fulmini
Il quadro deve essere dimensionato in base ai carichi previsti e alle linee reali dell’impianto.
2. Nuove linee e canalizzazioni
Si tirano cavi nuovi, di sezione adeguata, per:
- Prese generiche
- Punti luce
- Linea cucina (frigo, forno, lavastoviglie)
- Climatizzatori
- Eventuale pompa di calore o wallbox per auto elettriche
I tubi corrugati vengono sostituiti se danneggiati o se troppo stretti. Le scatole di derivazione vengono rifatte o ripulite. Tutto a norma CEI 64-8.
3. Punti luce e prese
Ogni punto luce si calcola e si predispone con precisione, in base all’ambiente:
- Corridoi, bagni, camere, soggiorni
- Prese a muro in altezza standard o su richiesta
- Prese schuko per elettrodomestici potenti
- Doppie o triple, dove serve
Un impianto ben pensato non si misura solo a quantità di prese, ma a comodità e logica di utilizzo.
4. Predisposizioni e funzioni accessorie
In un impianto moderno conviene prevedere:
- Linea dati (Ethernet) o TV, se si ristruttura completamente
- Predisposizione per allarme o videocitofono
- Eventuale predisposizione per climatizzatori
- Spazio nel quadro per eventuale domotica (anche solo tapparelle o luci comandate)
5. Messa a terra
Obbligatoria. Se non c’è, va fatta con picchetto, corda di rame e collegamento al quadro. È la base della sicurezza: senza, il salvavita non può funzionare come si deve.
6. Certificazione
Alla fine dei lavori, un impianto nuovo va certificato con la dichiarazione di conformità (DM 37/08). Questo è un documento ufficiale, che serve anche per il rogito, l’affitto, o in caso di problemi con l’assicurazione.

Costi rifacimento impianto elettrico: da cosa dipende davvero
Quanto costa rifare un impianto elettrico dipende da metri quadrati, complessità del lavoro, materiali usati e tipo di abitazione. Non esiste un prezzo fisso, ma si può ragionare per fasce, per dare un preventivo realistico a chi sta valutando questo intervento.
Costi per rifare l’impianto elettrico al metro quadrato
- Da 70 a 130 € al mq, tutto incluso: tracciatura, posa cavi, quadro, frutti, certificazione
Esempio: un appartamento da 80 mq rientra generalmente in una fascia tra 5.600 e 10.400 €, ma va sempre verificato con sopralluogo tecnico.
Questo include:
- Rimozione dell’impianto esistente (se presente)
- Posa nuove linee e canaline
- Quadro elettrico completo con differenziali e magnetotermici
- Messa a terra
- Punti luce, prese, interruttori
- Materiali certificati
- Certificazione impianto secondo DM 37/08
Da cosa dipende il prezzo finale
- Superficie da coprire e disposizione dei locali
- Numero di punti luce richiesti
- Tipo di pareti e struttura (muri in cemento armato, pavimenti da non toccare, mobili da smontare…)
- Richieste aggiuntive: linea condizionatori, automazioni, dati, allarme, citofono, prese da esterno
Fattori che aumentano il prezzo dell’impianto elettrico nuovo
- Se l’impianto va fatto senza rompere i muri, con canaline esterne o sfruttando i vecchi corrugati (quando ancora riutilizzabili)
- Se l’abitazione è già arredata e abitata
- Se si devono coordinare altri lavori (muratore, cartongessista, idraulico), con più passaggi tecnici
Rifacimento impianto elettrico: quanto tempo serve
In media, per un appartamento tra i 70 e i 100 mq, i tempi di rifacimento dell’impianto elettrico sono tra i 2 e i 5 giorni lavorativi. Ma ci sono vari fattori da considerare.
Tempistiche tipiche
- 2–3 giorni per appartamenti vuoti, con tracciatura libera e senza intoppi
- 4–5 giorni se l’abitazione è arredata, abitata, o con struttura complessa
- 1 giorno in più se serve coordinarsi con altri lavori (intonaci, cartongesso, tagli, ecc.)
Il lavoro si articola in più fasi: tracciatura, posa tubi, passaggio cavi, collegamenti al quadro, installazione frutti e prova finale.
Queste tempistiche sono indicative e dipendono da diversi fattori tecnici che vanno valutati in loco., vedi segni neri sul quadro, le prese non funzionano anche con corrente presente, o hai blackout parziali e intermittenti, c’è il rischio che qualche parte dell’impianto si sia danneggiata seriamente. Non insistere con le prove: scollega tutto e chiama subito. In questi casi si agisce solo con strumentazione adatta, senza improvvisare.
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Posso restare in casa mentre lavorate?
Dipende. Se l’impianto viene rifatto completamente, ci saranno momenti in cui la corrente sarà staccata, anche per ore intere. In case arredate, è possibile organizzare il lavoro a stanze alternate, ma:
- Gli elettrodomestici vanno scollegati
- Serve avere percorsi liberi per operare
- Non si può garantire corrente continua durante i lavori
Se ci sono bambini piccoli, anziani, o se lavori da casa, conviene organizzare almeno 2–3 giorni fuori, per evitare disagio.
Serve spostare i mobili o fare spazio?
Sì, almeno nelle zone dove si deve tracciare. Armadi, pensili cucina, mobili a tutta parete vanno segnalati in anticipo. Se servono movimenti, meglio saperlo prima, così si pianifica tutto e non si perde tempo in corso d’opera.
E se ho urgenza?
Ci sono casi in cui anticipiamo l’intervento o lo facciamo in tempi stretti, soprattutto se c’è un impianto guasto o pericoloso. Ma anche in questi casi, prima di dare una data, facciamo sempre un sopralluogo tecnico, per non promettere cose che non si possono mantenere.
È possibile rifare l’impianto elettrico senza rompere tutto?
La risposta breve è: sì, in alcuni casi si può, ma serve capire bene quando conviene farlo e quando no. Rifare l’impianto senza spaccare muri o pavimenti è possibile solo se ci sono le condizioni tecniche per farlo, altrimenti si rischia di fare un lavoro parziale, poco duraturo o non conforme.
Opzione 1: usare i vecchi corrugati
Se i tubi dove passano i cavi (i corrugati) sono in buono stato, abbastanza larghi e non ostruiti, si possono sfilare i vecchi fili e infilare i nuovi senza toccare l’intonaco.
Ma ci sono dei limiti:
- Nei vecchi impianti i corrugati sono spesso in ferro o troppo stretti
- Si rischia che il filo si blocchi o si spezzi dentro
- Alcuni tratti sono inaccessibili o pieni di giunte nascoste
Opzione 2: canaline esterne
Se non si vogliono rompere muri, si possono usare canaline a vista. Tecnicamente è una soluzione valida, ma:
- Non sempre è bella da vedere
- Non sempre è accettata in ambienti come cucine o bagni
- Serve spazio e pareti lineari
Si può scegliere una finitura discreta (bianca, effetto alluminio).
Opzione 3: impianto parziale
Alcuni scelgono di rifare solo parte dell’impianto, lasciando intatte alcune linee vecchie. Si può fare, ma:
- Serve sempre un differenziale dedicato per la parte nuova
- Le vecchie linee vanno comunque testate con strumenti professionali
- Non sempre si può certificare tutto l’impianto
Questa è una soluzione di compromesso, da valutare solo in casi specifici, come un budget limitato, vincoli strutturali, o per immobili in affitto a breve termine.
Detrazioni fiscali, incentivi e bonus: cosa c’è nel 2025
Rifare l’impianto elettrico è un investimento importante, ma in molti casi una parte della spesa si può recuperare grazie a detrazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie. Si tratta di recupero IRPEF, su base annuale, per un intervento a norma e regolarmente fatturato.
Bonus ristrutturazione 50% (confermato nel 2025)
Se stai facendo una manutenzione straordinaria o una ristrutturazione edilizia (anche parziale), puoi accedere alla detrazione del 50% su tutte le spese relative all’impianto elettrico.
Vale per:
- Rifacimento completo dell’impianto elettrico
- Adeguamento dell’impianto esistente (messa a norma, nuova distribuzione, sostituzione quadro)
- Fornitura e posa di materiali, manodopera, certificazioni
Limite massimo detraibile: 96.000 € per unità immobiliare, da suddividere in 10 rate annuali sulla dichiarazione dei redditi.
Cosa serve per ottenere la detrazione
- Fattura intestata al proprietario dell’immobile o all’avente diritto (es. affittuario con delega)
- Bonifico parlante per ristrutturazione edilizia (non bonifico standard)
- Comunicazione Enea solo se ci sono lavori che migliorano l’efficienza energetica (es. se colleghi anche pompe di calore o climatizzatori)
Bonus barriere architettoniche 75%
Se l’impianto elettrico viene rifatto in un’abitazione con disabili o anziani non autosufficienti, alcuni interventi (es. abbassamento punti luce, automazioni) possono rientrare anche nel bonus 75% per l’eliminazione barriere, ma solo in casi specifici e con documentazione idonea. Serve una valutazione fiscale ad hoc.
Cessione del credito / sconto in fattura?
Al momento (2025) non è attivo lo sconto in fattura né la cessione del credito per questi interventi. La detrazione si recupera solo via IRPEF.
Queste informazioni sono state riportate direttamente dalle seguenti fonti ufficiali:
- Agenzia delle Entrate – Agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/aree-tematiche/casa/agevolazioni/agevolazioni-per-le-ristrutturazioni-edilizie - Agenzia delle Entrate – Agevolazioni per le persone con disabilità
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/agevolazioni-disabili - Normativa su sconto in fattura e cessione del credito (pagina riepilogativa)
https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/superbonus-cessione-sconto
Impianto elettrico: costi e responsabilità, a chi spettano
Quando si decide (o si è costretti) a rifare un impianto elettrico, chi deve mettere mano al portafoglio? Dipende dal tipo di immobile, dal contratto e dal tipo di lavori.
Situazione | Chi paga | Note utili |
---|---|---|
Casa di proprietà | Proprietario | Sempre. Anche dopo acquisto recente. |
Casa in affitto | Proprietario | L’inquilino può segnalare problemi, ma non anticipa spese senza accordo. |
Negozio o ufficio in affitto | Proprietario | Vale lo stesso principio: struttura = responsabilità del proprietario. |
Condominio – impianto interno all’alloggio | Proprietario dell’alloggio | È considerato parte privata. |
Condominio – impianto delle parti comuni | Tutti i condomini (quota millesimale) | Lavori deliberati in assemblea. |
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